“Busto è cardioprotetta. La catena della sopravvivenza funziona”

BUSTO ARSIZIO – Quel giorno la catena di sopravvivenza ha funzionato alla perfezione. L’intervento provvidenziale di Giovanni Crespi, la scorsa settimana, ha permesso di salvare la vita ad un uomo, colpito da un grave malore al campo da tennis in via dei Sassi a Busto. Merito soprattutto del suo coraggio, della prontezza nello svolgere un massaggio cardiaco e dell’uso del defibrillatore, l’apparecchio donato dall’Assb, di cui era stato dotato, da circa un mese, l’impianto sportivo. Ora, l’uomo sta meglio e si trova attualmente ricoverato nel reparto di cardiologia dell’Ospedale di Busto Arsizio. L’eroe di quel giorno, Giovanni Crespi, i soccorritori del Sistema di emergenza Areu, Croce Rossa, insieme a medici ed infermieri hanno ripercorso, in un briefing presso l’Azienda Ospedaliera di Busto, le varie fasi della vicenda che ha avuto, fortunatamente, un lieto fine. Crespi ha raccontato quegli attimi concitati: “Dopo aver terminato la partita di tennis, l’uomo chiese di fermarsi sulla panchina. Dopo qualche minuto, il fratello lo vide accasciarsi per terra. Io mi trovavo in segreteria, accorsi subito e capii che non respirava più. Iniziai così a praticare il massaggio cardiaco e, nel frattempo, mi portarono il defibrillatore. Scartai le due piastre e diedi la scarica. Tutto ad un tratto, mi accorsi che stava ricominciando a respirare. Il cuore aveva ripreso a funzionare. Per me, quello fu il momento più emozionante”. Pochi giorni fa, Giovanni Crespi ha potuto parlare al telefono con l’uomo cui ha salvato la vita: “Quando ho sentito la sua voce mi è venuto un brivido. Continuava a ringraziarmi. Mi ha detto che sono il suo angelo custode. Poi abbiamo scherzato, io gli ho chiesto quando ci vediamo per la prossima ora di tennis”. Al briefing era presente anche il presidente Assb, Luca Castiglioni con la sua vice, Maria Teresa Nasatti e Luca Beretta del Lions Club Busto Host con cui è stato condiviso il progetto parallelo Il progetto promosso da in collaborazione con la nostra Associazione “Diamo ritmo al cuore” per dotare di un defibrillatore non solo gli impianti sportivi cittadini ma anche le scuole pubbliche: “questa è la dimostrazione che il progetto è valido, utile e funziona”, sottolinea Beretta. Giovanni Crespi ha potuto praticare il massaggio grazie all’esperienza appresa in un corso della durata di sole 5 ore e anche l’utilizzo del defibrillatore, realizzato grazie ai moderni standard tecnologici, è stato semplice ed efficace. Importante è stato anche il supporto degli altri anelli della catena di sopravvivenza: Umberto Piccolo, infermiere Areu che ha guidato telefonicamente Giovanni Crespi, gli operatori della Croce Rossa, i medici del Pronto Soccorso e del reparto di Cardiologia. “Questa è una terra di altissimo livello per quanto riguarda la cultura della rianimazione ed i risultati si vedono – sottolinea il dott. Guido Villa, referente regionale progetti Areu di defibrillazione – L’intervento tempestivo nei vari anelli permette il funzionamento della catena di sopravvivenza. Possiamo dire che Busto è cardioprotetta. In tutta la Lombardia crescono i numeri dei “laici” formati nell’intervento in caso di arresto cardiocircolatorio. Mi auguro si vada avanti in questa direzione.   stata colta l’importanza di questo intervento che fa la differenza tra vita e morte, perché in Lombardia abbiamo circa 10mila casi di arresti cardiaci ogni anno.

Silvia Bellezza pubblicato il: 25/07/2014

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